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Tremilia: Case Cassia-Rizza

Tremilia: Case Cassia-Rizza

A pochi chilometri da Siracusa, in località Tremilia, lungo la strada che congiunge la città a Belvedere, sorge, nei pressi della cosiddetta “Casa del Vescovo”, la casa Cassia-Rizza. La famiglia Rizza, seppur non vantando illustri discendenze nobiliari, riuscì a ritagliarsi, già dalla fine del Settecento, un ruolo di primo piano nella scena socio-economica del capoluogo. Vincenzo Rizza, come segno dell’elevato rango sociale acquisito, si trasferì in un bellissimo palazzo di Via Maestranza ed edificò in un suo possedimento di Tremilia chiamato “Fossa del conte”, una bella costruzione sopraelevata.

Sulla sinistra Case Cassia-Rizza, a destra la “Casa del Vescovo”

Nel 1805 le terre passarono, quale dotale di nozze, al figlio Mario che, nonostante esercitasse la professione medica a Siracusa, curò in prima persona la loro conduzione. Circa un ventennio dopo esserne entrato in possesso, Mario Rizza decise di intraprendere cospicui lavori di trasformazione dell’immobile per rendere più dignitoso, sia il soggiorno dei proprietari sia degli innumerevoli braccianti, che al tempo della raccolta delle olive vi si affollavano. Ancora nel 1834 don Mario, oltre a numerosi lavori d’ordinaria manutenzione, fece coronare la costruzione con un’elegante merlatura che si rifaceva al gusto neoclassico. L’originalità e l’eleganza acquistate dalla villa a seguito di questi ultimi lavori, fecero si che il suo modello fosse imitato da molti altri facoltosi proprietari del siracusano.

Mario Rizza generò cinque figli, due femmine e tre maschi di questi ultimi: Alessandro fu insigne medico e studioso nonché fondatore di un famoso gabinetto scientifico e letterario, Federico canonico della Cattedrale consegui due lauree, e GiovanBattista fu Sindaco di Siracusa per tre legislature.

Fu proprio quest’ultimo, ancor prima della morte del padre avvenuta nel 1866, che più si occupò delle terre di Tremilia. Il forte impegno dell’ancor giovane GiovanBattista, fece si che l’azienda agricola Rizza, vincesse la medaglia d’oro all’esposizione di Firenze del 1861 per la produzione d’olio d’oliva. La costruzione, ora denominata Cassia-Rizza, versa in autentico stato di degrado, gli infissi sono totalmente mancanti, la merlatura, che cingendo l’edificio gli conferiva un aspetto originale, è oggi quasi del tutto perduta.

I piani bassi, dove alloggiavano i braccianti e lavorava a pieno regime un grande trappeto sono completamente fatiscenti, gli intonaci sono cadenti cosi come i fragili tetti di canne e gesso. La dimora dei Rizza, seppur in dissesto, domina ancora dalla sua alta posizione uno degli angoli più suggestivi del fertile agro siracusano che si estende sotto le balze dell’Epipoli.

localizz
IGM 1:25.000, foglio 274, quadrante II, SIRACUSA
Libro_masserie
 Massae, Massari e Masserie siracusane,
Marco Monterosso,
Morrone editore 1999

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