Il viaggio di Paolo Orsi negli Iblei

A Palazzolo Acreide, nei locali del museo dei viaggiatori, (Palazzo Vaccaro, Via Maestranza, 5) è stata recentemente inaugurata la mostra “Il viaggio di Paolo Orsi negli Iblei” che sarà visitabile, con ingresso libero, fino al 6 Gennaio 2018
Nell’archivio fotografico della locale sovrintendenza sono conservati 800.000 documenti fotografici, da cui sono state estrapolate le foto esposte nella mostra, che raccontano in maniera facilmente intuitiva il lavoro pionieristico dell’opera di Paolo Orsi negli Iblei.
Paolo Orsi nacque nel 1859 a Rovereto, in provincia di Trento, allora parte dell’impero Austro-Ungarico.
Poco più che diciottenne intraprese gli studi umanistici presso l’università di Padova e dopo qualche anno si trasferì a Vienna per seguire i corsi di storia antica e archeologia, nel mentre si dedicava all’esplorazione del suo Trentino, annotando sistematicamente le osservazioni fatte sul campo.
Nel 1880, non ancora completati gli studi ricevette l’incarico di “conservatore della sezione archeologica e numismatica del museo di Rovereto” nel 1881 si trasferì a Roma per seguirvi lezioni di paleontologia, finché nel 1882, ritornato a Padova, conseguì la laurea. Tra il 1881 e il 1883 esplorò tre importanti siti preistorici trentini i cui risultati, pubblicati segnarono l’inizio della ricerca scientifica moderna in quella regione.
Dopo aver ottenuto la cittadinanza italiana e un breve periodo di insegnamento ad Alatri (Frosinone) nel Gennaio del 1884 fu assunto alla direzione generale delle antichità e delle belle arti di Roma, tra il 1885 ed il 1888 fu invece sotto bibliotecario alla biblioteca centrale di Firenze.
Nel 1888 vinse il concorso come “ispettore di III classe degli scavi, musei e gallerie del Regno” nella sede di Siracusa diretta, dall’ormai anziano, Francesco Saverio Cavallari.
Già nel 1891 subentrò al Cavallari nella direzione del museo archeologico di Siracusa, avviando campagne di scavo nei siti delle sub colonie siracusane di Akrai ed Eloro di cui identifico per primo il sito.
Nell’ultimo decennio dell’800 condusse ininterrottamente numerose campagne di scavo nelle necropoli protostoriche di Pantalica, Melilli, Stentinello, Castelluccio, Plemmirio, Cozzo Pantano, Thapsos e Cassibile.
Nei primi anni del ‘900 si aggiunsero anche le rilevanti indagini archeologiche condotte a Camarina e Gela oltrechè in Calabria.
Nel 1907 venne posto alla direzione della soprintendenza agli scavi ed ai musei archeologici (con competenza su Siracusa, Catania, Enna e Caltanissetta) e dall’anno successivo diresse anche la soprintendenza della Calabria.
Tra il 1910 e il 1917 esplorò l’area intorno l’Hatenaion di Siracusa, nel 1920 prese parte alla fondazione della “Società Magna Grecia” per la raccolta di fondi da destinare agli scavi archeologici ed alla loro tutela.
Nel 1923 gli venne affidato l’incarico di dirigere la “Regia soprintendenza alle antichità di Sicilia”, con sede a Siracusa.
Nel 1924 venne nominato senatore del regno per alti meriti scientifici, richiamando l’attenzione nazionale sulla scarsezza di fondi e personale delle soprintendenze archeologiche.
Ancora nel 1931-32 condusse personalmente campagne di scavo nel centro indigeno di S.Angelo Muxaro.
Nell’Autunno 1934, oramai sostituito alla soprintendenza alle antichità, lasciò la Sicilia per ritirarsi a Rovereto, dove morì nel 1936.