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Sosteniamo “Survival international”

Sosteniamo “Survival international”

survival logoSurvival International è il movimento mondiale per i diritti dei popoli indigeni. Fondato nel 1969 a Londra a seguito della pubblicazione di un articolo in cui il giornalista Norman Lewis raccontava del furto delle terre e del genocidio che stava avvenendo in Amazzonia.

La sede centrale è a Londra, ma ha uffici anche a Parigi, Berlino, Madrid, Amsterdam, San Francisco e Milano dal 1989. Survival International è stata la prima organizzazione nel suo campo ad aver utilizzato l’invio massiccio di lettere come strumento per le sue campagne in diverse parti del mondo. Diverse di queste campagne sono riuscite a cambiare le politiche dei governi rispetto ai diritti dei popoli indigeni.
Survival rifiuta un approccio assistenziale, e aiuta le organizzazioni indigene a svilupparsi in modo autonomo fornendo loro la consulenza tecnica e legale necessaria. Inoltre, offre ai popoli indigeni un palcoscenico da cui poter parlare al mondo, e fa pressione su governi e organizzazioni internazionali per il varo di leggi sempre più efficaci nella protezione dei loro diritti.
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Il progetto educativo di Survival ha come obiettivi la demolizione del falso mito secondo cui questi popoli sono cimeli, destinati a soccombere al “progresso”, e la promozione del rispetto per il loro stile di vita. Per mantenere la sua integrità e indipendenza, l’organizzazione non accetta fondi governativi ma si autofinanzia completamente grazie alle donazioni dei suoi sostenitori e ai proventi di piccole attività di raccolta fondi.

Per effettuare donazioni libere: https://www.survival.it/donazioni
Per iscriversi a Survival int.: https://www.survival.it/donazioni/iscrizioni

I popoli indigeni del mondo contano almeno 370 milioni di persone e rappresentano il 6% della popolazione del nostro pianeta. Survival non sostiene la teoria della conservazione dei popoli tribali in uno stato “originario”, né vuole che vivano protetti come animali in uno zoo o reperti in un museo. Al contrario, l’organizzazione lavora perché il mondo riconosca i loro diritti all’autodeterminazione, alla sopravvivenza fisica e culturale, e alla proprietà delle terre ancestrali. In particolare, il diritto al riconoscimento delle proprie terre tradizionali è un elemento fondamentale per la sopravvivenza degli indigeni: la terra dà loro mezzi di sostentamento e la possibilità di sviluppare la propria cultura, garantendo libertà e diritti.
survival 3Survival ha lanciato campagne di informazione e pressione in ogni parte del mondo, attualmente segue casi in più di 40 paesi. La minaccia più comune che devono affrontare i popoli indigeni è l’invasione delle loro terre da parte di compagnie petrolifere o minerarie, allevatori e taglialegna. Regolarmente, le invasioni portano a sfratti forzati, a violenze, alla perdita dei mezzi di sussistenza e a traumatici cambiamenti di stile di vita. Inoltre, i popoli che vivono isolati sono particolarmente vulnerabili alle malattie importate dall’esterno, verso cui non hanno difese immunitarie: questa minaccia basta da sola a fare scomparire un’intera tribù dalla faccia della terra.

survival 4La campagna per salvare gli Awá del Brasile è una delle ultime lanciate dall’organizzazione. Coloni e taglialegna illegali hanno invaso la foresta dove vive la tribù: aprono strade, cacciano la selvaggina da cui gli Awá dipendono ed espongono la tribù a malattie e violenze brutali. Proprio per la gravità della situazione, Survival ha definito gli Awá, “la tribù più minacciata del mondo”.

Un altro aspetto su cui Survival pone particolare attenzione è la descrizione degli indigeni come “primitivi” o “uomini all’età della pietra”; parole che rafforzano la falsa idea che questi popoli siano rimasti immutati per generazioni. Una simile percezione è molto pericolosa perché alimenta i pregiudizi e serve a legittimare la violazione dei loro diritti. L’impatto del mondo esterno sull’esistenza dei popoli indigeni e della loro cultura è davvero drammatico. I mutamenti imposti con la forza agli abitanti indigeni nel nome del “progresso” portano invariabilmente ad un peggioramento della qualità della loro vita, all’aumento delle malattie e a violenze.

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I popoli tribali dovrebbero poter mantenere sempre il controllo delle proprie vite. L’organizzazione ha raccontato gli effetti di questo progresso forzato nel rapporto “Il progresso può uccidere”.

Survival ha richiamato con forza l’attenzione anche sul drastico aumento di suicidi registrato tra alcuni popoli indigeni come conseguenza delle persecuzioni e delle interferenze nelle loro vite e culture; tra i più colpiti ci sono gli Innu del Canada, gli Aborigeni australiani e i Guaraní del Brasile.

 

Fonti: 
https://it.wikipedia.org/wiki/Survival_International 
https://www.survival.it/

 

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