Villa Vela: Case Messina
Nei pressi di Villa Vela, piccolo agglomerato urbano estivo, posto nella campagna siracusana, a circa 12 chilometri dalla città di Noto, sorge una bella costruzione conosciuta come Villa Messina. La dimora fatta edificare dai baroni di Bibia nell’ultimo scorcio dell’Ottocento è raggiungibile percorrendo la strada statale 287, non appena imboccata la traversa che conduce alla frazione di Testa dell’Acqua. La famiglia Messina, entrata in possesso di molte terre già appartenute alla vecchia feudalità locale, intraprese una fervida azione edilizia, realizzando numerose tra le più belle costruzioni rurali della nostra zona. L’aspetto produttivo delle loro imprese, seppur certamente presente, appare sempre in secondo piano nei confronti della rappresentazione del prestigio e del peso economico raggiunto dalla famiglia.
Se le basi del vecchio ceto aristocratico subirono i colpi dell’abolizione del regime feudale e della crisi economica seguita ai fatti del Risorgimento italiano, le “nuove famiglie” non riuscirono a superare, già dopo un cinquantennio, le leggi repubblicane di riforma agraria ma, ancor più, lo spopolamento delle campagne seguito al richiamo dell’industrializzazione a partire dagli anni Sessanta.
Villa Messina, ormai slegata da contesti produttivi o di prestigio dei committenti, sorge così, “come inerte”, su un leggero rilievo del terreno, alto poco più di 450 metri. La posizione permette di dominare buona parte della campagna circostante racchiusa dal corso del fiume Manghisi, dalla cava di Testa dell’acqua e dagli ampi luoghi della vecchia città di Noto. L’edificio, posto su due piani risulta composto da dodici vani e se ne attribuisce la realizzazione al muratore netino “mastro Meli”. Tutta la costruzione appare contornata da una grande balconata, raggiungibile, così come l’ingresso del piano nobile, da due brevi rampe di scale esterne.
Sulla destra del prospetto principale della villa, intorno al 1911, fu realizzata una piccola chiesetta ancor oggi in buone condizioni. Nel retro della grande abitazione baronale, posti su di un livello notevolmente più basso, vi sono i locali destinati all’allevamento del bestiame e alla conservazione del foraggio. Se la villa dei Messina è in buono stato di conservazione, l’attigua masseria, seppur ancora parzialmente utilizzata, appare in precarie condizioni.
Nei pressi della residenza patrizia, in località Fontana delle Rose si può visitare una piccola necropoli sicula, non ancora interamente esplorata sul finire degli anni Sessanta. Attraverso un ameno sentiero naturalistico, lungo la cava che parte proprio da Fontane delle Rose, si può inoltre raggiungere il vicino convento secentesco di Santa Maria Scala del Paradiso.
Tratto da Massae, massari e masserie siracusane
di Marco Monterosso Editore Morrone, 1999