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Andare per borghi: Savoca

Andare per borghi: Savoca

Il borgo di Savoca era certamente abitato già in età bizantina e araba, arroccato sulla sommità di un colle prospicente il litorale, sorgeva il Castello di Pentefur che può essere considerato il nucleo originario su cui si sviluppò l’insediamento della zona. Il castello di impianto bizantino, di cui rimangono oggi poche tracce superstiti, fu riadattato in epoca araba e ampiamente rimaneggiato in epoca normanna nel XII secolo, quando assurse, assieme a Taormina, a centro principale della Valle d’Agrò e della riviera ionica della provincia di Messina.

Savoca divenne infatti il centro del potere degli Archimandriti del SS Salvatore di Messina che esercitavano il loro dominio spirituale su oltre 60 monasteri di rito greco in Sicilia e Calabria e quello temporale, sulla baronia di Savoca. In epoca normanna la città fu dotata di un’ampia cinta muraria provvista di due porte d’accesso, di queste fortificazioni difensive è ancora visibile soltanto la porta del quartiere San Michele.

Nel territorio di Savoca sorgevano ben 17 chiese, la più antica è la chiesa Madre, edificata nei pressi del castello e dedicata a Santa Maria Assunta in Cielo. Risalente anch’essa all’eta normanna (1130 circa) fu completamente riadattata nello stile rinascimentale oggi visibile alla fine del XV secolo, al suo interno sono però ancora ben visibili due pregevoli dipinti murari risalenti alla prima edificazione. Come riportato in un iscrizione, tra il 1555 ed il 1736 vennero invece edificati il campanile e l’annessa canonica.

Oltre le importanti testimonianze d’età normanna ancora presenti, meritano una visita i resti della residenza dell’Archimandrita, un imponente edificio su tre piani adibito a sede degli uffici amministrativi e giudiziari della curia. Sede comunale dalla fine del ‘700, dal 1817 al 1855 divenne carcere circondariale, finchè fu distrutto dal terremoto del 1908.

Da non perdere una visita alla vicina chiesa di San Nicolò, anche detta di Santa Lucia, edificata nel XIII secolo. Subì profonde modifiche con restauri del XV e XVIII secolo che gli conferirono l’aspetto attuale e la sua caratteristica merlatura. Nel sagrato della chiesa furono girate, nel 1970, alcune scene del film “Il padrino” di Francis Ford Coppola.

Interessante anche la chiesa dedicata a San Michele, di epoca anteriore al 1250, luogo di culto del vicino castello di Pentefur. L’impianto attuale è databile al Quattrocento, risale invece agli inizi del Settecento un importante ciclo pittorico presente al suo interno, oggi in gravi condizioni di conservazione. Da notare, sulla piazza della chiesa, una lapide che indica la fossa in cui venivano seppelliti i bambini morti prima del battesimo.

Per finire non può mancare una visita all’imponente convento dei Cappuccini, costruito tra il 1603 e il 1614. La cripta realizzata agli inizi del Settecento nel sottosuolo della piazzetta antistante la chiesa del convento, conserva 37 cadaveri mummificati appartenenti per la maggior parte all’aristocrazia savocese. Di notevole interesse anche gli affreschi del XVII secolo e l’antico refettorio. Per la visita del complesso conventuale è consigliabile contattare, almeno 24 ore prima, l’Associazione San Damiano (tel. 380.6948408 / 338.5481223, email info@conventocappuccinisavoca.com)

Savoca è certamente un luogo incantato che conserva tantissimi altri luoghi che meritano una visita: la chiesetta di San Giovanni, l’eremo di Monte Calvario, l’ex chiesa dell’Immacolata oggi centro filarmonico, i resti dell’antica sinagoga, il borgo San Rocco, il museo comunale etnografico, e per gli amanti del genere il Bar Vitelli, che conserva numerose testiomianze della permanenza a Savoca della troupe de “Il Padrino”…. e non dimenticate di gustare il caratteristico “pani cunzatu” tipico della zona !

Qui alcune foto di Savoca

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