Tesori nascosti: la Chiesa dei SS. Pietro e Paolo d’Agrò

All’interno del territorio del piccolo comune messinese di Casalvecchio Siculo si trova una vera e propria meraviglia dimenticata, la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo d’Agrò, edificata nel 1117, sulle basi di una struttura originaria risalente al VI secolo, distrutta durante la dominazione araba.
La data di fondazione risulta da un “Atto di Donazione” di Ruggero II, datato 1116 e scritto in lingua greca, conservato nel Codice Vaticano 8201. Nell’atto di donazione, il re normanno, accogliendo la richiesta del monaco basiliano Gerasimo, concesse la facoltà e le risorse per riedificare il monastero. Nell’atto, come era consuetudine, il nascente monastero venne dotato anche di un cospicuo territorio, e degli uomini in esso contenuti, in modo da garantirne il sostentamento:
… al detto Monastero viene incorporato il villaggio di Agrilla (vicum Agrillae) posto entro il predetto confine con tutti gli uomini abitanti in esso, affinchè facciano i servizi necessari al Monastero, vale a dire 24 giornate lavorative per la mietitura di qualunque cosa, 12 giorni per fecondare e seminare con l’aiuto dei buoi, donare due galline nelle festivita’ della Nascita del Cristo e di Pasqua, pagare la decima di tutte le capre e dei maiali, essere giudicati e condannati sotto il dominio degli Abati del Monastero che hanno il potere cadendo in fallo, di legare e fustigare ed ammonire, riservando la pena dell’omicidio e dell’alto tradimento alla Curia della Maesta’ Nostra. Comandiamo ancora che il predetto Monastero ogni anno abbia dalla tonnara di Oliveri otto barili di tonnina e abbia una barca libera da ogni imposta e pagamento in tutti i porti della Sicilia … Inoltre vogliamo che gli animali di quello stesso Monastero siano esenti e liberi di pascolare in tutto il territorio di Taormina e di Troina. In piu’ doniamo la chiesa di S. Teodoro ubicata e posta nel territorio di Taormina, ed ancora una localita in territorio di Gaggi, presso il fiume Alcantara in modo che il Monastero possa costruire un mulino ed avere il possesso dell’acqua dello stesso fiume, sempre fuori da alcun impedimento … Queste cose sopradescritte sono state donate e concesse per sempre al predetto Monastero dei SS. Pietro e Paolo d’Agro’ e se qualcuno lo vorra’ impedire subira’ la nostra indignazione e quella degli eredi e successori.
A causa del fortissimo terremoto del 1169 la chiesa fu ristrutturata e rinnovata già nel 1172 dal capomastro Gherardo il Franco come si legge dall’iscrizione in greco antico posta sull’architrave della porta d’ingresso:
«Fu rinnovato questo tempio dei SS. Apostoli Pietro e Paolo da Teostericto Abate di Taormina, a sue spese. Possa Iddio ricordarlo. Nell’anno 6680. Il capomastro Gherardo il Franco.»
Da quel restauro la chiesa non subì altre modifiche ed è giunta a noi praticamente intatta, al contrario del circostante monastero di cui rimangono solo pochi resti e qualche edificio recentemente oggetto di un lavoro di restauro. Ha l’aspetto di una chiesa fortificata con il classico orientamento della parte absidale ad est. Il suo aspetto ed il coronamento di merli indicano senza dubbio la funzione di fortezza che sostenne nei secoli.
L’architettura della Chiesa è uno squisito lavoro di sintesi, un fantasioso amalgama stilistico che fonde insieme elementi disparati: verticalismo nordico e decorazione bizantina, stereometria araba e pittoricismo basiliano, in una mirabile trasposizione culturale nella quale i vari elementi di riferimento e di richiamo assumono una nuova, indipendente ed organica vita. L’opera muraria esterna e’ fortemente caratterizzata dalla combinazione di un effetto pittorico per l’alternanza di fasce di mattoni, arenaria, calcare e pietra lavica.
L’interno è caratterizzato da una assoluta austerità. Non è presente alcuna decorazione o affresco e i muri sono completamente spogli: si può ammirare solamente il gioco dei mattoni e delle pietre di costruzione. Il convento resto’ operoso sino al 1794 quando i monaci si traferirono a Messina, nel convento dei PP. Domenicani di S. Girolamo, andato completamente distrutto dal terremoto del 1908.
Per raggiungere la chiesa basiliana dei SS Pietro e Paolo d’Agro, bisogna raggiungere Casalvecchio (uscita Roccalumera dall’autostrada Catania-Messina) e da qui procedere per circa 3,5 Km sulla SP 19. Non lasciatevi scoraggiare dalla dissestata strada di accesso… ne vale certamente la pena !