fbpx

Best practice: “Arcipelago Pulito” della Regione Toscana

Best practice: “Arcipelago Pulito” della Regione Toscana

Ogni anno nel mondo vengono prodotti 280 milioni di tonnellate di plastica, che raddoppieranno da qui al 2050. Una buona parte finisce in mare, generando danni incalcolabili all’intero eco-sistema della flora e della fauna. Il mar Mediterraneo, in quanto semichiuso, è particolarmente esposto al fenomeno del Marine Litter: si stima che siano almeno 250 miliardi i frammenti di plastica sparsi per tutto il Mare Nostrum. Sono invece quasi solo di plastica (99%) i rifiuti che si trovano sulle spiagge, in media quasi 700 oggetti ogni 100 metri.

Da questi preoccupanti dati nasce l’idea di “Arcipelago pulito” progetto sperimentale per un mare senza rifiuti che coinvolge chi in mare vive e lavora. “Fondamentale – ha spiegato l’assessore alla presidenza della Toscana, Vittorio Bugli – è stato il coinvolgimento dei pescatori al fianco dei quali abbiamo deciso di schierarci, ponendo fine a un’assurdità, quella per cui se raccolgono i rifiuti finiti nelle loro reti ne diventano produttori, assumendosene gli oneri economici ma soprattutto giuridici”. “L’attuale normativa – conclude – trasforma un comportamento virtuoso in una penalizzazione e in un costo”. Inaccettabile. Per questo l’europarlamentare ha presentato un emendamento per far recepire nella nuova direttiva europea sugli impianti portuali di raccolta per il conferimento dei rifiuti delle navi l’idea che sta alla base di “Arcipelago pulito”, consentendo e incentivando i pescatori a portare a terra le plastiche che pescano accidentalmente.

Il progetto reso possibile grazie ad un protocollo d’intesa siglato tra Regione Toscana, Ministero dell’Ambiente, Unicoop Firenze, Legambiente, Guardia Costiera della Toscana, Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno Settentrionale e società per la gestione dei rifiuti ha consentito, solo da aprile 2018 fino allo scorso settembre, di smaltire oltre 18 quintali di rifiuti, per un volume di oltre 24 mila litri.

L’esperienza di Arcipelago Pulito, è stata la prima in Italia ed in Europa a dare vita ad una filiera per un mare senza rifiuti, che va dalla raccolta del rifiuto in mare fino al suo trattamento e, quando possibile, recupero in un impianto idoneo.

Partito ad aprile 2018, il progetto toscano era stato presentato a fine giugno a Bruxelles al commissario europeo per l’ambiente, gli affari marittimi e la pesca e dopo la sperimentazione è nata la proposta di una legge nazionale per ridurre la plastica nel mare, consentendo ai pescherecci di raccogliere i rifiuti marini e facilitandone il corretto smaltimento.

Cosi dopo che l’Europa nelle settimane scorse aveva fatto propria l’idea toscana, anche il Governo italiano ha fatto la sua parte. Il Consiglio dei ministri ha infatti approvato, il 4 Aprile 2019, un disegno di legge, il cosiddetto Salva Mare, che recepisce e si ispira al progetto Arcipelago Pulito. Un segnale importante, dunque, anche in termini di economia circolare, che consentirà un impegno diretto e concreto nella salvaguardia del nostro mare. Una “best pratice” quella toscana che dovrebbe essere semplicemente seguita da una regione come la Sicilia che con i suoi 1637 km di coste copre da sola il 22% del totale costiero nazionale.

 

Marco Monterosso

Esperto in promozione turistica e management del patrimonio culturale e ambientale... con una sfrenata passione per il territorio siciliano ! Ha scritto "qualcosa" che puoi vedere su: https://independent.academia.edu/MonterossoMarco

Rispondi la tua opinione è importante !