Il Barocco siciliano: “linguaggio architettonico di un popolo”

L’identificazione di uno specifico stile barocco siciliano si deve principalmente ad un studio di Anthony Blunt che nel suo “Barocco siciliano”, del 1968, ne identificò tre fasi di sviluppo.
Il barocco arrivò in Sicilia con qualche decennio di ritardo rispetto a Roma ed agli altri centri di diffusione. Tuttavia nei primi decenni del XVII secolo alcune realizzazioni anticipano in qualche modo alcuni temi del barocco. Pur con un linguaggio architettonico riferibile al tardo manierismo ed al classicismo, tali esempi possiedono una delle caratteristiche specifiche del nuovo stile che si andava formandosi a Roma: “il forte senso della teatralità, attuata mediante la ricerca prospettica e scenografica a scala urbanistica”.
Il primo esempio di architettura e urbanistica barocca nell’isola, sono i Quattro Canti a Palermo, un incrocio monumentale, formato dalle due principali vie della città e realizzato tra il 1609 ed il 1620 da Giulio Lasso e Mariano Smiriglio. Lo stesso Smiriglio realizzò la Porta Felice, che fu completata nel 1637, costituita da due imponenti piloni, ingresso monumentale sull’asse rettilineo del Cassaro, prolungato fino al mare.
Quattro Canti (Palermo) Porta Felice (Palermo)
Il primo barocco siciliano (XVII secolo)
Guarino Guarini fu l’eccezionale presenza esterna che dette una duratura impronta all’architettura siciliana introducendo elementi che saranno ripresi in seguito. Risiedette a Messina dal 1660 al 1662 e vi realizzò la chiesa della Santissima Annunziata, il Collegio dei Teatini, costruito però successivamente e la chiesa di San Filippo Neri. Tutte costruzioni purtroppo andate distrutte durante il terremoto del 1908.
Tra gli architetti che conobbero l’opera di Guarini a Messina, il frate gesuita Angelo Italia, uno dei protagonisti della stagione barocca in Sicilia nel trentennio che precede il fervore costruttivo della ricostruzione dopo il terremoto del Val di Noto, nella quale comunque Angelo Italia, ormai anziano, ebbe un ruolo di rilievo. Tra le sue opere più importanti è la chiesa di Santa Maria della Neve (1685-1693) a Mazzarino, commissionata da Carlo Carafa Branciforte principe di Butera, fu progettata con un’unica grande navata coperta a botte. Rimase incompiuta, forse per difficoltà tecniche relative alla copertura, e fu completata nell’Ottocento a tre navate.
Nella seconda metà del XVII secolo fu attivo, soprattutto a Palermo anche Paolo Amato che ebbe una lunga carriera, come architetto del Senato e progettista di apparati e spettacolari decorazioni. La sua opera migliore è sicuramente la Chiesa del Santissimo Salvatore, iniziata nel 1682, dalla curiosa pianta dodecagonale allungata sormontata da una cupola ellittica.

Dopo essersi formato a Roma, operò a Palermo anche Giacomo Amato (1643 – 1732), importando i modi di Carlo Fontana e Rainaldi. Tra le sue opere la chiesa di Santa Maria della Pietà e la chiesa di Santa Teresa alla Kalsa (dal 1686), dalla facciata su due ordini, fortemente plastica. Gaspare Guercio, architetto e scultore, realizzò con la facciata della Chiesa di San Matteo a Palermo, a partire dal 1640, un’architettura pienamente barocca.
A Siracusa si concentra l’opera di Giovanni Vermexio che progetta il Palazzo senatorio, con richiami al Vignola, ma dall’esuberante decorazione che fonde elementi manieristici e barocchi con altri locali, e la Chiesa di San Filippo Neri dalla pianta ellittica.
S.Teresa alla Kalsa (Palermo) S.Maria della Pietà (Palermo) Palazzo Vermexio (Siracusa)
Barocco siciliano dal 1693
Il terremoto del Val di Noto del 1693 danneggiò gravemente cinquantaquattro città e centinaia di villaggi. Noto fu completamente rasa al suolo, mentre Siracusa e Catania furono danneggiate in modo molto grave. In seguito al sisma il programma di ricostruzione fu avviato sotto la direzione del Duca di Camastra, vicario con pieni poteri per la ricostruzione, e dal suo collaboratore, l’ingegnere militare Carlos de Grunembergh. Architettonicamente i nuovi impianti urbanistici pianificati crearono la possibilità di ampie prospettive e scenografie urbane. In genere si nota questo aspetto nelle città più estensivamente ripianificate di Caltagirone, Militello Val di Catania, Catania, Modica, Noto, Palazzolo, Ragusa, e Scicli. La ricostruzione avvenne spesso secondo uno schema razionale a griglia e quando fu possibile si preferì ricostruire i centri abitati in altri siti, tenendo conto di vari criteri, tra cui la volontà di non ricreare la struttura medievale fatta di ristretti vicoli, la necessità di avere piazze e strade principali ampie, la possibilità di erigere difese fortificate efficienti in un’epoca in cui era ancora presente la minaccia turca. Tuttavia alcuni tra i centri ricostruiti dopo il sisma del 1693, non presentano il tradizionale tracciato ortogonale a scacchiera ma una forma urbana geometrica su base esagonale: Avola progettata da Angelo Italia e Grammichele il cui disegno è attribuito a Carlo Maria Carafa Branciforti.

La caratteristica principale dell’architettura barocca in Sicilia dopo il 1693, è stata una grande esuberanza decorativa, anche se le particolari caratteristiche di calore, gioia espressiva e libertà vennero raggiunti gradualmente nel corso del secolo.
Subito dopo il terremoto furono costruite o ricostruite innumerevoli chiese e palazzi. Gli architetti, spesso locali, furono capaci di progettare in un modo più sofisticato di quello del tardo XVII secolo; molti erano stati educati nell’Italia continentale ad una comprensione più dettagliata dell’idioma Barocco. Tra questi Rosario Gagliardi che realizzò la chiesa di San Giorgio a Ragusa e la basilica di Santa Maria Maggiore a Ispica, unica nel ragusano per la presenza di un splendido loggiato progettato da Vincenzo Sinatra.
S.Giorgio (Ragusa Ibla) S.Maria Maggiore (Ispica)
Il pieno sviluppo del barocco siciliano
Intorno al 1730 il Barocco siciliano cominciò gradualmente a distanziarsi dallo stile definitosi a Roma e guadagnò una individualità anche più forte per due ragioni: in questo periodo la corsa a ricostruire stava cominciando a scemare e la costruzione stava divenendo più tranquilla e meditata; e un nuovo manipolo di architetti siciliani veniva alla ribalta. Questi architetti inclusero Andrea Palma, Rosario Gagliardi e Tommaso Napoli. Pur tenendo in considerazione il Barocco di Napoli e Roma, essi adattarono adesso i loro progetti a bisogni e tradizioni locali. Il loro uso di risorse e sfruttamento dei siti era spesso follemente creativo.
Barocco siciliano che è stato definito come: “affascinante o repellente, ma comunque il singolo spettatore possa reagire, questo stile è una manifestazione caratteristica di esuberanza siciliana, e va classificato tra le più importanti e originali creazioni di arte Barocca sull’isola”. Questo è fondamentale nel Barocco siciliano; fu idealmente intonato alla personalità siciliana, e questa fu la ragione per cui si evolse in modo tanto spettacolare.
Cattedrale Catania Palazzo Beneventano (Siracusa) Chiesa S.Domenico (Noto)
A. Blunt, Barocco siciliano, Roma, 1968
S. Boscarino, Sicilia Barocca. Architettura e città 1610-1760. Roma, 1981
G. Dato, La città di Catania. Forma e struttura 1693 – 1833, Roma 1983
L. Dufour, H. Raymond, Dalla città ideale alla città reale, 1993
https://it.wikipedia.org/wiki/Barocco_siciliano
English version:
The identification of a specific Sicilian Baroque style is mainly due to a study of Anthony Blunt who in his “Sicilian Baroque”, of 1968, identified three phases of development.
The Baroque arrived in Sicily with some decades of delay compared to Rome and other centers of diffusion. Nevertheless in the first decades of the XVII century some realizations anticipate in some way some themes of the baroque. Although with an architectural language referable to the late Mannerism and Classicism, these examples have one of the specific characteristics of the new style that was forming in Rome: “the strong sense of theatricality, implemented through the research perspective and scenic urban scale.
The first example of baroque architecture and urban planning in the island, are the Quattro Canti in Palermo, a monumental crossroads, formed by the two main streets of the city and built between 1609 and 1620 by Giulio Lasso and Mariano Smiriglio. The same Smiriglio realized the Porta Felice, which was completed in 1637, consisting of two imposing pillars, monumental entrance on the straight axis of the Cassaro, extended to the sea.
The first Sicilian Baroque (17th century)
Guarino Guarini was the exceptional external presence who gave a lasting imprint to Sicilian architecture by introducing elements that would be taken up again later. He resided in Messina from 1660 to 1662 and realized the church of the Santissima Annunziata, the Collegio dei Teatini, built later, and the church of San Filippo Neri. All buildings were unfortunately destroyed during the earthquake of 1908.
Among the architects who knew the work of Guarini in Messina, the Jesuit friar Angelo Italy, one of the protagonists of the Baroque season in Sicily in the thirty years preceding the construction fervor of the reconstruction after the earthquake of Val di Noto, in which, however, Angelo Italy, now elderly, had a major role. Among his most important works is the church of Santa Maria della Neve (1685-1693) in Mazzarino, commissioned by Carlo Carafa Branciforte Prince of Butera, was designed with a single large barrel-vaulted nave. It remained unfinished, perhaps because of technical difficulties related to the coverage, and was completed in the nineteenth century with three naves.
In the second half of the seventeenth century was also active, especially in Palermo Paolo Amato who had a long career as architect of the Senate and designer of spectacular decorations. His best work is certainly the Church of the Santissimo Salvatore, begun in 1682, from the curious elongated dodecagonal plant surmounted by an elliptical dome.
After training in Rome, also worked in Palermo Giacomo Amato (1643 – 1732), importing the ways of Carlo Fontana and Rainaldi. Among his works the church of Santa Maria della Pietà and the church of Santa Teresa alla Kalsa (since 1686), from the facade on two orders, strongly plastic. Gaspare Guercio, architect and sculptor, realized with the facade of the Church of San Matteo in Palermo, from 1640, a fully baroque architecture.
In Syracuse focuses the work of Giovanni Vermexio who designed the Senatorial Palace, with references to Vignola, but from the exuberant decoration that blends elements of Mannerism and Baroque with other local, and the Church of San Filippo Neri from the elliptical plan.
Sicilian Baroque since 1693
The Val di Noto earthquake of 1693 seriously damaged fifty-four towns and hundreds of villages. Noto was completely razed to the ground, while Syracuse and Catania were damaged in a very serious way. Following the earthquake the program of reconstruction was initiated under the direction of the Duke of Camastra, vicar with full powers for reconstruction, and his collaborator, the military engineer Carlos de Grunembergh. Architecturally, the new planned urban systems created the possibility of wide perspectives and urban scenographies. Generally we notice this aspect in the most extensively replanned cities of Caltagirone, Militello Val di Catania, Catania, Modica, Noto, Palazzolo, Ragusa, and Scicli. The reconstruction often took place according to a rational grid scheme and when it was possible it was preferred to rebuild the towns in other sites, taking into account various criteria, including the desire not to recreate the medieval structure made of narrow alleys, the need to have large squares and main roads, the possibility of erecting efficient fortified defenses at a time when it was still present the Turkish threat. However, some of the centers rebuilt after the earthquake of 1693, do not present the traditional orthogonal chessboard layout but a geometric urban form on a hexagonal base: Avola designed by Angelo Italia and Grammichele whose design is attributed to Carlo Maria Carafa Branciforti.
The main feature of Baroque architecture in Sicily after 1693, was a great decorative exuberance, although the particular characteristics of warmth, expressive joy and freedom were achieved gradually during the century.
Immediately after the earthquake, countless churches and palaces were built or rebuilt. Architects, often local, were able to design in a more sophisticated manner than in the late seventeenth century; many had been educated in mainland Italy in a more detailed understanding of the Baroque idiom. Among them Rosario Gagliardi who realized the church of San Giorgio in Ragusa and the basilica of Santa Maria Maggiore in Ispica, unique in the Ragusa area for the presence of a splendid loggia designed by Vincenzo Sinatra.
The full development of the Sicilian Baroque
Around 1730 the Sicilian Baroque gradually began to distance itself from the style defined in Rome and gained an even stronger individuality for two reasons: in this period the race to rebuild was beginning to wane and construction was becoming more quiet and thoughtful; and a new handful of Sicilian architects came to the fore. These architects included Andrea Palma, Rosario Gagliardi, and Tommaso Napoli. While taking into account the Baroque of Naples and Rome, they now adapted their designs to local needs and traditions. Their use of resources and exploitation of sites was often insanely creative.
Sicilian Baroque has been defined as: “either fascinating or repulsive, but however the individual viewer may react, this style is a characteristic manifestation of Sicilian exuberance, and should be ranked among the most important and original creations of Baroque art on the island”. This is fundamental in the Sicilian Baroque; it was ideally attuned to the Sicilian personality, and this was the reason why it evolved in such a spectacular way.
Bibliographic references
A. Blunt, Sicilian Baroque, Rome, 1968
S. Boscarino, Sicily Baroque. Architecture and city 1610-1760. Rome, 1981
G. Dato, The city of Catania. Form and structure 1693 – 1833, Rome 1983
L. Dufour, H. Raymond, From the ideal city to the real city, 1993
https://it.wikipedia.org/wiki/Barocco_siciliano