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Pillole di sostenibilità

Pillole di sostenibilità

Lo sconvolgimento economico, culturale e sociale che ha colpito l’umanità intera a seguito della pandemia di Covid-19 ha avuto il merito di far cambiare, nella maggioranza dei casi (ma purtroppo non in tutti !) il punto di vista dei governanti, dei corpi intermedi e dei cittadini, mutando radicalmente le priorità e rimettendo al centro la natura, l’ambiente e il suo rapporto con l’uomo.
La pausa delle attività umane, che ha interessato gran parte del pianeta, ha permesso agli ecosistemi di riscoprirsi, anche se per poco tempo, “ad antropizzazione ridotta” – una condizione inedita dalla prima rivoluzione industriale – condizione che oggi può trasformare anni di teorie e di proposte basate sul rispetto per l’ambiente, sull’economia circolare e sulla lotta ai cambiamenti climatici da teorie utopistiche in azioni concrete i cui risultati, paradossalmente, sono stati anticipati proprio dagli effetti del “lockdown”. Il Green New Deal europeo, che tanto scalpore fece al momento del suo annuncio, oggi appare, se non scontato, quanto meno fondamentale per la ripartenza sostenibile delle attività umane. 2 punti essenziali da cui ripartire:

Piano nazionale di lotta e adattamento relativo ai cambiamenti climatici. È tempo di trovare e rafforzare interessi comuni, oltre a promuovere gli interessi nazionali, attraverso la cooperazione reciproca e il vero dialogo, elementi chiave per una nuova visione del nostro Paese. Le marce di protesta contro i cambiamenti climatici, con migliaia di giovani in corteo, oggi non possono più essere effettuate ma l’idea per la quale protestavano resta viva e vegeta. Negare oggi la necessità di combattere i cambiamenti climatici, oltre ad essere antiscientifico appare anacronistico, per questo è necessario prendere provvedimenti urgenti nell’abbattere le emissioni di CO2; al contempo, è necessario mettere in sicurezza, con interventi di edilizia sostenibile, infrastrutture strategiche, riattivando così anche i settori economici coinvolti come quello delle costruzioni e dei materiali innovativi.
Economia Circolare. Parlando di Economia Circolare prendiamo in considerazione un sistema che coinvolge macro e micro dimensioni legate a società, economia e ambiente nonché nuove opportunità per la creazione di posti di lavoro, garantendone la qualità nel tempo. Questo modello, collegato ad una rivoluzione urbana e meta-urbana costituita da regioni intelligenti, città circolari, digitalizzazione, inclusione, istruzione e interdipendenza geopolitica, può generare benefici sociali ed economici attraverso il coinvolgimento delle varie parti interessate e di tutti i cittadini europei.
L’UE non può oggi attuare con successo un sistema come l’Economia Circolare, perché mancano ancora dei ponti tra i settori chiave del “Circular Economy”, le politiche sociali dell’UE e la loro reale applicazione, nonché tra le dimensioni bottom-up e top-down. Nel 2020 esistono ancora notevoli discrepanze tra le regioni europee, in termini di potere economico e differenze culturali. È necessario trovare un terreno comune in cui costruire il mercato interno dell’UE con il coinvolgimento della pari quota di potere di tutte le parti interessate. Esistono già le potenzialità per un miglioramento della dimensione socioeconomica europea. È tempo di utilizzare queste dimensioni operative per iniziare a pensare a come coordinare la transizione verso un’economia circolare in Europa e fermare, nel frattempo, l’aumento della frammentazione e delle discrepanze tra i paesi dell’Europa settentrionale, orientale, meridionale e occidentale.
Forse è arrivato il momento di smettere con la creazione assidua di centinaia di documenti, raccomandazioni e studi. È tempo di allineare gli interessi comuni, negoziare su quali siano le priorità (o meno) e iniziare a implementare a livello europeo un modello come l’economia circolare. Una posizione univoca per un futuro più verde, secondo un nuovo modello di governance che possa valorizzare il nostro territorio.

Stefano Ingallina

Giovane esperto in sostenibilità e politiche ambientali. Passioni green ? Il modello dell'economia circolare !

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