Alcantara: un itinerario tra “pace dei sensi e tumulti storici”
In un’epoca storica in cui l’economia spinge verso soluzioni nuove in ambito turistico, in particolare verso quelle opportunità legate allo slow tourism e all’ecosostenibilità in contrapposizione al consumismo, quale migliore occasione per riscoprire sentieri e bellezze naturali sul territorio siculo, tra località spesso sottovalutate economicamente e meraviglie storiche celate dall’aspra bellezza della natura?
Un itinerario che potremmo definire pacifico per le sue forme calme e imponenti, ma al tempo stesso tumultuoso in virtù dei suoi rimandi storici, è senza dubbio quello legato al fiume Alcantara e al suo centro culturale e amministrativo di Francavilla di Sicilia.
Un luogo magico legato a storie di altri tempi: leggende amorose sul Delfino di Francia, della sua amata Angelica e della ancella Franca, ma anche alla echeggiante vicenda di castelli ridotti a macerie e al ponte di edificazione romana Al Qàntarah, caduto in epoca araba.
Partiamo da Piazza San Francesco, centro storico-artistico di Francavilla. Fin dall’inizio del nostro percorso, come un osservatore minaccioso, l’antico Castello Normanno coi suoi ruderi presenzia al nostro itinerario, che si arricchisce fin da subito di cultura grazie al Palazzo Cagnone, dimora del barone Cagnone nel XVI secolo e oggi fulcro culturale col MAFRA (Museo Archeologico di Francavilla). In una località che da subito, con la sua quieta semplicità, rigenera dalla vita mondana e dallo stress lavorativo, si eleva ciò che resta della chiesa sconsacrata di San Francesco: la sua facciata in mattoni e il portale in pietra arenaria che rimanda a un’epoca di valori antichi quanto quelli del Poverello ma ancora vivi nei suoi monumenti e nell’umana presenza.
Partendo da Piazza San Francesco, il Sentiero delle Gurne dell’Alcantara accoglie l’escursionista intorno alla collina ove si innalzano i ruderi del Castello Normanno. Il sapore dell’antichità riempie quella che è anche un’importante area di scavi archeologici dove, a partire dagli anni ’90, sono stati portate alla luce le tracce di un insediamento greco del V secolo a.C., a sottolineare il legame sanguigno che lega la Sicilia al mondo dell’antica Grecia. Lungo il sentiero si entra nella parte più viva e naturale dell’Alcantara, quella abitata dallo scorrere del fiume, dalle aree di coltivazioni e dall’ombra rassicurante e silenziosa di una grande Quercus pubescens, una quercia rovella.
La storica passerella, al momento in fase di riedificazione in vista di una prossima apertura, conduce il passeggiatore nei pressi della centrale idroelettrica dell’Enel, esempio di “archeologia industriale”. È a questo punto che ci si ritrova sopra al fiume, nel punto da cui si può ammirare, nella sua massima visione, il paesaggio delle Gurne, caratterizzato da piccole cascate che vanno a formare i tipici laghetti. Il fenomeno è frutto della lenta ma inesorabile erosione della roccia lavica ad opera dell’acqua fin dai tempi delle prime eruzioni nel periodo preistorico.
Flora e fauna locali sembrano condurre l’escursionista in un mondo parallelo dominato da salici, querce roverelle e oleandri, rane e rospi. Una riunificazione tra passato e presente che trova la sua quintessenza nell’incontro col vecchio mulino Ciappa, memorandum storico di quelle avanguardistiche sperimentazioni legate all’energia idroelettrica avvenute alla fine dell’Ottocento.
Dal mulino è possibile intraprendere un percorso più ostico e raggiungere, a un’altezza di 475 metri sopra il livello del mare, i ruderi del Castello Normanno con il suo dongione, simbolo in cui si rispecchia la comunità di Francavilla. Se si percorre il sentiero fino a Piazza Matrice si raggiunge invece l’ipotetica conclusione del nostro itinerario: un percorso dal profondo valore culturale suggellato dalla Chiesa Matrice dedicata a Maria Santissima Assunta e risalente al XVI secolo. Da questo punto di approdo, ombreggiati dal portale della Chiesa in stile gotico, i viandanti possono osservare le abitazioni del comune di Francavilla e, in lontananza, l’orizzonte di Castiglione e la pura poesia estetica dell’Etna; prima di ritornare, dopo un viaggio nella storia – ma mai davvero a ritroso – compiuto fra natura selvaggia e segni dell’uomo, nella realtà del borgo di Francavilla, con le sue case dalla costruzione riconoscibile, in mezzo alla più reale delle presenze civili: quella contadina.
ph: Gian Piero Romano