Salvatore Cultrera, scultore e pittore canicattinese

Salvatore Cultrera (Canicattini Bagni 20 settembre 1921 – 8 ottobre 2000), nacque da Giuseppe, mastro muratore e da Teresa Cianci detta “a masciuvarina”, soprannome che significa figlia di Mastro Avarino, che gestiva un piccolo negozio di articoli da regalo.
Finita la scuola elementare, i genitori decisero di ritirare il figlio dalla scuola per “mandarlo a bottega” ad imparare il mestiere di mastro muratore e scalpellino. Il suo maestro elementare ed il direttore della scuola, che ne avevano intuito le brillanti capacità, tentarono di convincere i genitori a fargli proseguire gli studi, addirittura offrendosi loro di mantenerglieli ma il tentativo fallì. Si ricorda un divertente aneddoto del periodo scolastico: mentre il maestro s’era allontanato dalla classe per qualche minuto, il piccolo Salvatore disegnò rapidamente con matita e carboncino, sulla parete bianca dietro la cattedra, uno scorpione (suffiziu) che sembrava talmente reale, da ingannare l’insegnante che, al suo rientro, credendolo vero, tentò invano di cacciarlo via dal muro, sotto lo sguardo divertito degli alunni.
Iniziò il suo apprendistato sotto la guida del fratello maggiore Antonino, già apprezzato scalpellino. In quel periodo, ebbe modo di conoscere personaggi fondamentali per la sua formazione culturale ed artistica come i grandi scalpellini canicattinesi dell’epoca (Salvatore Romano, Nicola Cultrera, Mario e Sebastiano Bonaiuto, che gli trasmisero le nozioni di quell’arte) ed il Prof. Michele Carbone che lo aiutò nello studio del disegno architettonico. Contemporaneamente iniziò a studiare da autodidatta le opere e le tecniche di grandi artisti come, Caravaggio, Canova e Michelangelo, ricerche che gli permisero di acquisire grande competenza nei vari campi dell’arte.
Canicattini ed i comuni della Sicilia orientale furono i luoghi dove operò maggiormente. Legatissimo al suo paese e alla sua famiglia, rinunciò a numerose proposte che lo invitavano a trasferirsi in città come Firenze o Roma oppure all’estero, dove avrebbe tratto sicuramente maggior profitto dalla sua arte.
Sebbene abbia prediletto la scultura, il Cultrera fu anche autore di numerosi dipinti, come testimoniano le opere presenti in tante abitazioni private ed in edifici ecclesiastici. Appena ventenne, il Parroco Aliano gli commissionò la riproduzione del Cenacolo di Leonardo da Vinci sull’abside della navata sinistra della Chiesa Madre di Canicattini. Oltre alla realizzazione di grandi lavori, produsse un enorme quantità di schizzi di studio, disegni, caricature, utilizzando indifferentemente matita, inchiostro di china, acquarelli. Padroneggiando varie tecniche pittoriche e utilizzando di volta in volta supporti quali, tela, carta, vetro, legno, realizzò quadri di paesaggi, ritratti, dipinti floreali.
Neanche la guerra riuscì a fermare la sua vena artistica tanto che durante il servizio militare, prestato come aviatore a Tirana, collaborò come disegnatore di vignette per il settimanale delle Forze Armate d’Albania “La Fiaccola”. All’indomani della firma dell’armistizio la base aerea di Tirana fu occupata dagli ex alleati tedeschi che fecero prigionieri tutti gli italiani tra cui il nostro Cultrera. A comandare quel campo di prigionia c’era però un ufficiale amante dell’arte che, volendo abbellire con dei dipinti il refettorio della base, era alla ricerca di chi potesse realizzargli l’opera: dai suoi stessi soldati gli fu segnalato il Cultrera. Fu la salvezza dell’artista che per quel “lavoro” entrò nelle grazie del comandante tedesco il quale, entusiasta, gli commissionò altri lavori tra cui l’esecuzione di ritratti a carboncino dei suoi familiari. Questi incarichi gli evitarono il trasferimento in campo di concentramento e soprattutto di ottenere il lasciapassare per ritornare in Italia, via Berlino. Lasciapassare che, poco prima di partire, chiese ed ottenne anche per un altro prigioniero siciliano della provincia di Ragusa.
Durante la sua vita trovò il tempo d’impegnarsi, con successo, anche in altri campi: fu giocatore, nel Canicattini e nella Notinese in serie C, poi allenatore del Palazzolo, del Canicattini e della Canicattinese. Negli anni ottanta fu eletto consigliere comunale e designato assessore ai lavori pubblici del Comune di Canicattini.
Le opere principali come scultore sono:
– Prospetti di facciate liberty sia a Canicattini che nei paesi della Provincia
– Numerose statue in pietra da taglio realizzate sia per cappelle gentilizie che per abbellire ville, abitazioni private e locali pubblici in vari centri siciliani
– Mensoloni (becchi) per il castello della Marchesa di Cassibile a Cugno Mola
– Capitelli interni ed esterni del Grand Hotel della Marina di Siracusa
– Altorilievi sia in pietra da taglio che in marmo
– Sculture del frontone del Municipio di Avola
– Edicole votive a Canicattini e Siracusa
– La sopraelevazione della facciata della chiesa del Santuzzo
– Un altare, nella navata di destra, presso la Chiesa Madre di Sortino dedicata alla Madonna di Fatima
– La scultura sulla roccia viva dello stemma del casato della Marchesa di Cassibile visibile lungo la strada Cugni Stallaini (1971)
– Il “Mensolone”, forse il “pezzo” più famoso perché realizzato in occasione di una mostra a Canicattini sulla lavorazione artistica della pietra da taglio (1991) e poi richiesto ed esposto in varie manifestazioni tra cui la Fiera di Roma.
– Un mezzobusto in pietra da taglio di Dante Alighieri, realizzato in occasione di una mostra (che gli valse il 1° premio) e che per decenni è stato esposto all’interno della biblioteca del locale Circolo di Cultura di via XX settembre.
– Un grande fercolo in legno in stile barocco trovasi presso la Chiesa del Carmine di Siracusa.
– La sedia ed il tavolo del gabinetto del Sindaco di Siracusa a Palazzo Vermexio.
– Pittura ad encausto del catino absidale della Chiesa Madre, eseguita per volontà dell’Arcivescovo di Siracusa Bonfiglioli e del Parroco Pollicita (1963)
– Dipinti nella Chiesa di Maria Ausiliatrice (altare maggiore e fonte battesimale).
– Il quadro raffigurante S. Angela Merici, presso l’Istituto ad essa intitolato di via Dionisio il Grande a Siracusa.
– Il Cenacolo nella Chiesa Madre di Canicattini, eseguito la prima volta nel 1940 ed una seconda volta quasi sessanta anni dopo nel 1998 perché, causa tracce d’umidità, il dipinto era stato sciaguratamente eliminato. Cultrera ridipinse il Cenacolo, gratuitamente, in centoventi giorni, questa volta su tela ed in uno stile differente rispetto alla prima versione dipingendo anche le pareti laterali. E’ stata l’ultima opera realizzata prima di ammalarsi.
L’unico progetto che non riuscì a realizzare fu quello di istituire una Scuola di Scalpellini a Canicattini. Ostinatamente si rivolgeva a chiunque potesse aiutarlo (di qualsiasi colore politico) per concretizzare quel progetto perché lui voleva trasmettere, trasferire il suo sapere ai giovani del paese, per non far disperdere quel patrimonio di esperienze maturate in quasi settanta anni di attività. Era convinto che l’istituzione della scuola avrebbe sicuramente offerto grandi opportunità di lavoro ai giovani scalpellini/scultori perché negli ultimi tempi, aveva avvertito, un notevole ritorno d’interesse per quell’arte nel nostro territorio tanto ricco di edifici bisognosi di restauro.
Il tempo gli darà ragione. In occasione della parziale ricostruzione della cattedrale di Noto, danneggiata dal terremoto, in un intervista televisiva su Rai3, il direttore dei lavori dichiarò che per la ricostruzione della cattedrale non era riuscito a trovare, nella zona, scalpellini qualificati tanto da essere stato costretto a farli arrivare dal Veneto. Nel 2015 il comune di Canicattini Bagni ha intitolato una piazza cittadina alla memoria di Salvatore Cultrera.