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Rigiliffi: il centro agricolo “la Marchesa”

Rigiliffi: il centro agricolo “la Marchesa”

Il feudo di Rigiliffi, il cui toponimo ha certamente origine araba potendo derivare dal nome di persona “Hilafah” oppure dal vocabolo “gilia” che significa terra o argilla, già citato nel ruolo feudale del 1335, si estendeva nella parte Est del territorio siracusano. I luoghi di Rigilifi, che combaciano pressappoco con le zone ora denominate Tivoli e Cretazzo, confinavano con i feudi Damma, Murgibelli, Cifali e Benalì, ed erano nel XIV secolo di proprietà di tale Roberto Traversa.
Del feudo di Rigiliffi si investirono illustri famiglie patrizie, i Grimaldi lo tennero per tutto il Cinquecento, i Cannizzaro nel corso del Seicento e i Landolina dal 1708 alla fine della feudalità, l’ultima investitura del feudo di Rigilifi si ebbe il 17 agosto 1809 da parte di Pietro Landolina. All’interno di un allodio, libera proprietà non sottoposta alle rigide norme del diritto feudale, di Rigiliffi sorge un grande centro agricolo chiamato “La Marchesa”. Tale nome gli fu conferito in onore di Anna Platamone Diamante, marchesa di Terrasena e baronessa di Cifali, che riedificò il complesso edilizio rovinosamente danneggiato dal terremoto del 1693. Per ringraziare Dio dello scampato pericolo, la marchesa edificò nel 1715 un piccola chiesa che volle dedicare al culto dell’Immacolata Concezione, nella facciata della chiesetta ancor oggi si legge:

DELUBRUM HOC 1693 TERRAE AEFFRENI MOTU
SOLO TENUS EXAEQUATU (CIVITATES EODEM
PLURIMAE OPPIDA ET VILLAE CU’ PERSONARUM
PLANE INESPLICABILIS NUMERI IACTURA
CAECIDERE) DEI AMORE ESTUANS D. ANNA
EX ILL AC NITIDA ADAMANTU’ ET PLA
TAMONU’ MARCH. TERRESAENAE ET CIPHALI B.SSA
PROPRIIS SUMPTIBUS RAEDIFICAVIT ET IDEM
MISSAE FUNDAT. DITAVIT SEQUE IPSA’ ET IPSU’
MARIAE VIRG. VESANA ORIG. LABE IMMUNI ET
EIUS SPONSO IOSEPHO D. LUCIAE SYRUM PRO
TECTRICI ET S. FRAN. DE PAULA HUS PAGI PERVE
TUSTO PATRONO DICAVIT ANNO 1715 VII NOVEM.

Alla morte della marchesa , i possedimenti dei Diamante passarono ai Grimaldi e da questi ai Dumontier. Nel 1867 il proprietario Luigi Dumontier Landolina, nonostante la zona fosse all’epoca infestata da bande di briganti, si rifugiò alla Marchesa per sfuggire ad un’epidemia di colera che si era diffusa nel capoluogo. Si racconta che il nobile signore riuscì ad evitare di essere rapito solo dopo aver sborsato preventivamente una grossa somma.
Gli eredi dei Dumontier lottizzarono le terre e gli edifici agli inizi del nostro secolo, assegnando ad ogni lotto una quota della piccola chiesetta che divenne così di proprietà comune. Dalle chiavi di volta di numerosi locali terrani, sappiamo che nel corso della prima metà del Novecento, la famiglia Cianci apportò consistenti modifiche al complesso edilizio.

La chiesetta di Rigiliffi, per essere stata aperta al culto fino a pochi anni anni orsono, è l’unico edificio ancora in discrete condizioni. L’edificio più antico è invece quasi totalmente crollato così come il grande arco d’ingresso, uno squarcio nell’angolo di Nord-Est ha messo in luce alcuni ambienti sopraelevati. Visitare oggi il centro agricolo della Marchesa non è forse consigliabile, un degrado inverosimile, accompagnato dalla devastazione del territorio circostante lascia infatti, il visitatore con l’amaro in bocca.

Tratto da:
Massae, massari e masserie siracusane
di Marco Monterosso
Editore Morrone, Siracusa 1999

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