Cassibile: il borgo contadino dei Loffredo
A pochi chilometri dal corso del fiume Manghisi-Cassibile, che segna il confine tra i comuni di Siracusa ed Avola, lungo l’antica via Elorina, si affaccia la caratteristica borgata di Cassibile. Il territorio di Cassibile seppur ormai “degradato” al rango di semplice circoscrizione del territorio siracusano, ha tuttavia un’antica ed affascinante storia.
Già nel diploma di fondazione della diocesi di Siracusa, da parte del granconte Ruggero datato 1093 è rilevabile la presenza del casale Cassibile: “Infra quas divisionesest Saracusa cum omnibus pertinentiis suis… …Cassibula cum omnibus pentinentiis suis” (Garana, 1969).
Altro riferimento è rilevabile nel cosiddetto “Libro di re Ruggero” scritto dal famoso geografo arabo Al-Idrisi nel 1154: “Tra Noto e il mare sorge Cassibili, un casale che ha una buona posizione al centro di vaste terre da semina”
Nonostante i riferimenti riportati nelle fonti antiche, la localizzazione del casale di Cassibile rimase sconosciuta per lunghissimo tempo, solo agli inizi del nostro secolo, l’antico insediamento fu localizzato nei pressi della zona balneare di Fontane Bianche. Oltre al casale, in un privilegio di papa Urbano II del 1095, è riscontrabile anche la presenza di un “Castello di Cassibile”. Tommaso Fazello nella sua “Storia di Sicilia” del 1558 così riporta: “Fra terra un miglio, la bocca del fiume Cacipari, chiamato hoggi con voce saracina Iasibli, è posta una fortezza del medesimo nome edificata”.
Il castello di Cassibile posto sulla sommità del Cugno Mola, fu completamente distrutto dal terremoto del 1693, i suoi resti furono tuttavia ben visibili fino alla fine dello scorso secolo, finchè fu soppiantato da una nuova costruzione realizzata nella prima metà del ‘900.
Il territorio di Cassibile, divenuto con la conquista normanna un feudo ecclesiastico, per volere dei re aragonesi, passò nel XIV secolo in potere dei Moncada. Posseduto nel corso dei secoli dagli Arezzo, dagli Speciale e dai Barresi, nella seconda metà del Settecento, fu acquistato dai Loffredo, i cui discendenti ne sono ancora oggi proprietari. I loffredo giunsero in Sicilia, provenienti da Cava dei Tirreni, dopo la rivolta antispagnola del 1674-78, entrando in affari con i mercanti messinesi con cui commerciavano “panni di lana”. Nel corso del ‘700, avendo ormai assunto un importante ruolo nella vita economica e politica messinese, riuscirono ad acquistare Cassibile nel 1785 ottenendone, con Silvestro (I), il titolo marchionale nel 1794.
Nel 1840 il marchese di Cassibile Silvestro (II) Loffredo diede il via alla costruzione di una borgata che potesse soddisfare il fabbisogno della popolazione rurale che lavorava nei suoi grandi possedimenti. I lavori furono completati solo un trentennio dopo, la borgata che si sviluppava lungo la strada che collegava il capoluogo ad Avola e Noto, comprendeva oltre ad una quarantina di abitazioni tutti i servizi essenziali, una locanda, la stazione dei carabinieri reali e una grande chiesa dedicata alla Sacra Famiglia.
Il portale d’ingresso è ancor oggi fregiato con immagini dei sovrani borbonici cui i marchesi Loffredo rimasero fedeli ben oltre la proclamazione del Regno d’Italia. Oggi buona parte dell’antica borgata è ancora ben conservata seppur diversi ambienti presentano evidenti tracce di deterioramento, la bella chiesa della borgata, forse l’edificio meglio conservato dell’intero complesso edilizio, è tuttavia chiusa al culto.
Le autovetture che oggi sfrecciano lungo la via Elorina non permettono in realtà di godere a pieno di una visita alla vecchia borgata di Cassibile. Chissà se all’interno di un piano di valorizzazione si potrà in futuro evitare di attraversare Cassibile, limitandosi a guardare il vecchio borgo solo da un finestrino di cristallo.
Fonti bibliografiche:
O. GARANA, I vescovi di Siracusa, Siracusa 1969
IDRISI, Il libro di Ruggero, tradotto e annotato da Rizzitano, Palermo 1966
T. FAZELLO, De rebus siculis, Palermo 1558
D. DE PASQUALE, I marchesi di Cassibile: Mille anni di storia della casata Loffredo-Pulejo-Gutkowski. ABC Sikelia edizioni, 2018
Tratto da:
Massae, massari e masserie siracusane
di Marco Monterosso
Editore Morrone, Siracusa, 2000