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Chi siamo

Si può dire che pensammo al progetto LA NOSTRA TERRA una notte, davanti ad un bivacco, in un luogo incantevole che conoscevamo benissimo. Lo frequentavamo sin da bambini ed era diventato per noi, ormai più che adolescenti, una sorta di rifugio naturale e di ritorno alle gioie di quegli anni spensierati. Avevamo trascorso il pomeriggio in compagnia di un anziano contadino che viveva, oramai da solo, in una masseria, nei pressi del nostro campo e che avevamo incontrato per puro caso andando alla ricerca di qualche mora da mangiare.
Dopo una serie iniziale di domande a monosilllabi: “Cosa fate qua ? Da dove venite ? Quanto restate ?” Divenne presto affabile nei nostri confronti sfoggiando una risata contagiosissima che allontanò il sospetto, certamente reciproco, dei primi istanti.
Quasi ottantenne volle farci da guida lungo buona parte della cava che attraversava i suoi campi, si muoveva lentamente ma agilmente perché, come disse lui, “conosceva ogni pietra di quel posto”.

Non era certamente un botanico ma ci parlò a lungo di tutte le specie arboree che incontravamo, quali erano buone da mangiare, quali no, quali alberi era adatti come legna da ardere e quali utili per realizzare oggetti di uso comune.
Ci intrattenne parecchio nello spiegarci minuziosamente il funzionamento di un mulino ad acqua che incontrammo, ormai solo un rudere, lungo il nostro cammino. Ci indicava cose che, nonostante avessimo a pochi passi da noi, non vedevamo: “da li passa sempre la volpe, quella è la tana di un porcospino, su quest’albero passano la notte i colombacci”. Ci parlò di allevamento animale e di coltivazioni orticole, di come realizzare una nassa per la pesca dei granchi di fiume, di muri a secco e di come realizzare una corda dalla palma nana che cresceva endemica nei paraggi.

Insistette anche per passare da “casa sua” allettandoci con l’offerta di un bicchiere di distillato di finocchietto selvatico, che faceva da se e che, ridendo, diceva “faceva resuscitare i morti”. Ormai vedovo, viveva da solo in una stanza dignitosamente pulita ed ordinata della sua masseria, alcune sedie erano quasi sfondate, e ai muri erano attaccati con dei chiodi alcune foto e le più disparate immagini, ma quel liquore di finocchietto era davvero buonissimo ! Qualche anno dopo, nel 1999, con quel gruppo di amici ed amiche, già animatori in associazioni educative, culturali o assistenziali, terminati i nostri studi, decidemmo di mettere a frutto le nostre esperienze e competenze per studiare meglio, ma soprattutto salvaguardare, quel patrimonio di conoscenza “scoperto” grazie a quell’incontro.
Eravamo andati a campeggiare in una zona che conoscevamo per i suoi aspetti naturalistici e per la bellezza mozzafiato dei suoi paesaggi ma avevamo scoperto un pezzo spesso non considerato, se non vilipeso, di quelle terre, l’uomo che le abitava !

Non riuscivamo più a pensare a quel posto senza pensare a lui. Era come pensare alla stessa cosa. Avvertivamo la consapevolezza di quanto fosse distante la nostra idea di ambiente naturale da quella del nostro amico contadino e di come questi si sentisse evidentemente parte di esso mentre noi tendevamo a considerare ogni attività umana come un possibile pericolo per l’ecosistema.
Nacque cosi, anche dal ricordo di quell’incontro, la necessita di spostare la nostra attenzione dall’ambiente al territorio quest’ultimo inteso non come possesso né tanto meno come proprietà ma come spazio fisico in cui l’uomo e l’ambiente naturale vivono un legame essenziale. Il cuore del concetto è, insomma, l’armonica coesistenza tra gli esseri umani, come individui o come comunità e un preciso tratto di spazio terrestre, in cui è possibile creare un legame a doppio senso tale, da poter affermare che “il nostro territorio ci appartiene, ma insieme noi sentiamo di appartenergli e perciò dobbiamo prendercene cura”.
Costituimmo l’associazione LA NOSTRA TERRA quello stesso anno, con atto notarile, rispettando i requisiti per poterci fregiare dell’acronimo ONLUS (organizzazione non lucrativa di utilità sociale). Le prime pionieristiche attività furono rivolte alla riscoperta del nostro stesso territorio, furono lanciate diverse iniziative per far comprendere a tutti che certi manufatti, seppur considerati “minori”, erano una patrimonio collettivo da salvaguardare.

Negli anni seguenti abbiamo iniziato una stretta collaborazione con le scuole, specie quelle della città di Siracusa, animando laboratori didattici sulle tematiche del territorio. Abbiamo organizzato decine di escursioni, tracciando anche nuovi sentieri, abbiamo promosso presentazioni di libri, convegni e attività di marketing territoriale.

Abbiamo partecipato a numerosi seminari di studio sui temi ambientali, collaborato alla tutela di siti storico-archeologici trascurati e dal 2015 pubblicato il blog lanostraterra.org con cui abbiamo cercato di animare il dibattito culturale siciliano sulle tematiche del territorio.